Bozen – Schüler aller Schulstufen dürfen im Zuge der Maßnahmen gegen die Ausbreitung von Covid-19 bekanntlich seit Anfang März nicht mehr in die Schulen, sondern müssen, angeleitet von ihren Lehrpersonen, ausschließlich zu Hause lernen – und das mindestens noch bis zum „Ende“ des laufenden Schuljahrs im Juni. Dabei werden sie vielfach von ihren Eltern unterstützt.
„Unterricht lehrt nicht, was es braucht, um sich zurechtzufinden“
Kürzlich hat sich ein Leser bei der SWZ-Redaktion gemeldet, der unterstreicht, dass er die Schule als „Brutkasten“ der Jugend sieht, doch dass ihm derzeit – da er die Möglichkeit habe, den Unterricht bzw. dessen Inhalte und Methoden zu verfolgen – „die Haare zu Berge“ stünden. Die in den vergangenen Wochen bzw. Monaten gewonnenen Einblicke hätten ihn davon überzeugt, dass viele Fächer und Unterrichtsstunden nicht das lehrten, was die Jugend eigentlich benötigen würde, um sich in Zukunft „halbwegs im Wirtschafts- und Arbeitsleben zurechtzufinden – oder nach der derzeit wütenden Pandemie für das zu erwartende Wirtschaftsgefecht gewappnet zu sein“, wie der Leser schreibt.
Seine Gedanken hat der Unternehmer in einem Brief an die Italienischlehrperson eines seiner Kinder zusammengefasst. Dieses Schreiben drucken wir im Folgenden ab, weil wir von der SWZ-Redaktion der Meinung sind, dass die aufgeworfenen Fragen nicht nur im Einzelfall gelten, sondern vielfach schulstufen- und fächerübergreifend. Dabei ist es durchaus auch klar, dass einzelne Lehrpersonen oder Schulführungskräfte weder die geforderten Antworten geben, noch im Alleingang alternative Wege gehen bzw. Maßnahmen ergreifen können – hier ist die Politik gefordert. Einige Aspekte, wo dieselbe ansetzen könnte, zeigt dieser Elternbrief anschaulich auf.
Um die Anonymität aller Beteiligten zu gewährleisten sowie eventuelle negative Folgen für einen derselben auszuschließen, veröffentlichen wir weder den Namen des Absenders noch jenen des Adressaten. Abgedruckt wird der Brief in italienischer Sprache, und damit in jener Sprache, in der er verfasst und an die Lehrperson geschickt wurde.
Gentile Prof,
facendo seguito al nostro colloquio di alcune settimane fa, mi preme scriverle queste righe, ossia porle la seguente preghiera.
Premessa:
Tutti noi stiamo attraversando settimane da incubo e l’incertezza sul futuro e sulla fine di questo periodo angoscioso ci far stare, a dir poco, male.
Altra cosa, con la quale sia i suoi alunni sia noi genitori dobbiamo prendere confidenza e alla quale ci dobbiamo abituare, sono i compiti o le lezioni “digitali”, diventati in parte molto difficili per causa dell’assenza fisica degli insegnanti.
Parole, delle quali non solo non ho capito il significato, ma di cui ignoravo addirittura l’esistenza
Poiché nostro figlio ha qualche difficoltà con la lingua italiana, sono io a seguirlo e ad aiutarlo. Abbiamo svolto insieme i vari compiti riferiti a Petrarca e Boccaccio.
Persino io, che già da piccolo avevo come miglior amico un coetaneo di sola madrelingua italiana, che ho fatto il militare a Viterbo e Vicenza e che dal 1985 sono titolare di una ditta che lavora molto con clienti in Italia, ho faticato molto ad aiutare mio figlio nello svolgimento del compito.
Elenco qui una piccola lista di parole, delle quali non solo non ho capito il significato, ma di cui ignoravo addirittura l’esistenza:
estasiato, incline, leggiadra, Ipallage, oblio, adornata, anastrofe, sirma, paronomasia, dittologia, mansueta, polisindeto, meditabondo, rocambolesca, ternario, proemiale, ottenebra, chiasmo, preterizione, poliptoto, invettiva, metonimia, reminiscenza, iterazione, propiziarsi, esortazione, adulazione, magnanimi e altri (dal libro di letteratura: fresca rosa novella).
Visto che gli alunni hanno scelto un Istituto Tecnico Economico Commerciale e non un Liceo Classico, molti degli alunni – ma fortemente anche i genitori – non capiscono il senso di tali compiti.
La pregherei pertanto – ecco il compito che io mi permetto di darle – di spiegare a noi genitori e ovviamente anche agli alunni (possibilmente in modo chiaro e comprensibile), il senso di tutto questo. Nel mondo economico, le conoscenze richieste per sopravvivere nel caos e nelle battaglie commerciali quotidiane sono ben altre che non la ricerca sul significato di una canzone, scritta da un poeta, filosofo e filologo italiano 670 anni fa.
Sappiamo benissimo che l’Italia affonda in leggi insensate
Un domani, quando questi giovani lavoreranno presso le varie ditte e dovranno rispondere – alcuni purtroppo con molta fatica – a e-mail, stilare preventivi, elaborare offerte e molto altro, cosa risponderanno ai loro datori di lavoro? Che anziché esercitarsi sul futuro lavoro commerciale quotidiano hanno studiato il significato delle parafrasi di Dante, Petrarca e Boccaccio? Mi dica Lei quanto se ne giova un datore di lavoro di un giovane che tra l’altro ha dovuto imparare a distinguere la rima alternata, le quartine del sonetto, l’ottava toscana con una stanza di otto versi e distico baciato finale, l’ottava siciliana e la sestina narrativa o sesta rima, la rima baciata, la rima incrociata, la rima incatenata, la terza rima o terzina dantesca, la rima ripetuta o replicata e la rima invertita?
E cortesemente, La prego, non mi risponda che tutto ciò è previsto dalle disposizioni scolastiche di Roma e che Lei ha le mani legate. Tantomeno vorrei che mi rispondesse che Lei si trova tra l’incudine e il martello. Noi tutti sappiamo benissimo che l’Italia affonda in leggi vecchie, sorpassate, insensate, degne di essere cancellate o quantomeno fortemente riviste e aggiornate. E sappiamo anche molto bene che agli insegnanti è concesso di interpretare in modo individuale tali disposizioni e di preparare le lezioni (quasi) a proprio piacere.
Gli argomenti che ai nostri figli veramente stanno a cuore sono le attuali, infinite domande sulla pandemia, sulla sua vera fonte, sul perché, su tutte le speculazioni, sul CHI o COSA sta dietro a tutto, sul significato, su chi ci guadagnerà miliardi e su chi invece perderà tutto, su tutto quello che sull’andamento economico i mass media non ci dicono, sulle infinite menzogne, sulle notizie prodotte da gente molto astuta in modo da preoccupare e intimidire fortemente il “popolo bue” (un popolo impaurito si lascia governare a piacimento), sulle percussioni sulla futura vita quotidiana e sul futuro commerciale, sulla credibilità di molti siti internet che scongiurano le notizie ufficiali dettate dai vari governi e molto di più.
Ecco i veri temi da affrontare e da discutere, possibilmente subito, prima che tutto viene messo a tacere e seppellito nel dimenticatoio.
Vista l’emergenza, molte leggi – per esempio sulla stabilità monetaria degli stati Europei – sono state messe per un certo periodo “fuori uso”. La stessa cosa dev’essere fatta per la didattica scolastica, mettendo “fuori uso” certe disposizioni impolverate e ammuffite impartite da Roma per potersi concentrare sull’adesso, sui temi veramente importanti e cruciali. Le possibili risposte potrebbero far maturare in modo incisivo i nostri ragazzi, incoraggiandoli a pensare con la propria testa e a ripensare criticamente tutto ciò che ci viene somministrato giornalmente a mo’ di preghiera o cantilena dai mass media.
Attendo con ansia – non solo io ma sicuramente molti altri genitori che si chiedono costantemente il perché di certe lezioni – una Sua graditissima risposta. E mi creda, se la risposta sarà comprensibile, condivisibile e giustificata, gran parte degli alunni e ovviamente anche noi genitori faremo meno fatica e avremo meno pregiudizi ad aiutare i nostri figli nello svolgimento dei compiti.